DAL MESSAGGIO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA PER LA GIORNATA DELLA VITA 2022

DAL MESSAGGIO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA PER LA GIORNATA DELLA VITA 2022

DAL MESSAGGIO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
PER LA GIORNATA DELLA VITA 2022

Al di là di ogni illusione di onnipotenza e autosufficienza, la pandemia ha
messo in luce numerose fragilità a livello personale, comunitario e sociale.
Non si è trattato quasi mai di fenomeni nuovi; ne emerge però con rinnovata
consapevolezza l’evidenza che la vita ha bisogno di essere custodita.
Abbiamo capito che nessuno può bastare a sé stesso: “La lezione della recente
pandemia, se vogliamo essere onesti, è la consapevolezza di essere una
comunità mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a
danno di tutti. Ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si può
salvare unicamente insieme” (Papa Francesco, Omelia, 20 ottobre 2020). Ciascuno
ha bisogno che qualcun altro si prenda cura di lui, che custodisca la sua vita
dal male, dal bisogno, dalla solitudine, dalla disperazione.
Dinanzi a tale situazione, Papa Francesco ci ha offerto San Giuseppe come
modello di coloro che si impegnano nel custodire la vita: “Tutti possono
trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza
quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei
momenti di difficoltà” (Patris Corde). Nelle diverse circostanze della sua
vicenda familiare, egli costantemente e in molti modi si prende cura delle
persone che ha intorno, in obbedienza al volere di Dio. Pur rimanendo
nell’ombra, svolge un’azione decisiva nella storia della salvezza, tanto da
essere invocato come custode e patrono della Chiesa.
La risposta che ogni vita fragile silenziosamente sollecita è quella della custodia.
Come comunità cristiana facciamo continuamente l’esperienza che quando
una persona è accolta, accompagnata, sostenuta, incoraggiata, ogni problema
può essere superato o comunque fronteggiato con coraggio e speranza.