DAL MESSAGGIO DEL CONSIGLIO PERMANENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA PER LA GIORNATA DELLA VITA 2024

DAL MESSAGGIO DEL CONSIGLIO PERMANENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA PER LA GIORNATA DELLA VITA 2024

DAL MESSAGGIO DEL CONISGLIO PERMANENTE DELLA
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA PER LA GIORNATA DELLA VITA 2024
Sono numerose le circostanze in cui si è incapaci di riconoscere il valore della vita
tanto che, per tutta una serie di ragioni, si decide di metterle fine o si tollera che
venga messa a repentaglio. La vita del nemico–soldato, civile, donna, bambino,
anziano… la vita del migrante… la vita dei lavoratori, considerata una merce… la vita
delle donne, ancora considerata proprietà dei maschi… la vita dei malati e disabili
gravi, giudicata indegna di essere vissuta… la vita dei bambini, nati e non nati, unita
a pratiche come l’utero in affitto, l’espianto di organi, l’aborto, indebitamente
presentato come diritto… Tante sono dunque le “vite negate”, cui la nostra società
preclude di fatto la possibilità di esistere o la pari dignità con quelle di altre persone.
Eppure, se si è capaci di superare visioni ideologiche, appare evidente che ciascuna
vita, anche quella più segnata da limiti, ha un immenso valore ed è capace di donare
qualcosa agli altri. Le tante storie di persone giudicate insignificanti o inferiori che
hanno invece saputo diventare punti di riferimento o addirittura raggiungere un
sorprendente successo stanno a dimostrare che nessuna vita va mai discriminata,
violentata o eliminata in ragione di qualsivoglia considerazione.
Al di là delle numerose esperienze che fanno dubitare delle frettolose e interessate
negazioni, la vita ha solide ragioni che ne attestano sempre e comunque la dignità e
il valore. La scienza ha mostrato in passato l’inconsistenza di innumerevoli valutazioni
discriminatorie, smascherandone la natura ideologica e le motivazioni egoistiche.
Nella Giornata per la vita salga dunque, da parte di tutte le donne e gli uomini, un
forte appello all’impossibilità morale e razionale di negare il valore della vita, ogni
vita. Non ne siamo padroni né possiamo mai diventarlo; non è ragionevole e non è
giusto, in nessuna occasione e con nessuna motivazione. Il rispetto della vita non va
ridotto a una questione confessionale, poiché una civiltà autenticamente umana
esige che si guardi ad ogni vita con rispetto e la si accolga con l’impegno a farla
fiorire in tutte le sue potenzialità, intervenendo con opportuni sostegni per rimuovere
ostacoli economici o sociali. Inoltre per i credenti, che guardano il mistero della vita
riconoscendo in essa un dono del Creatore, la sua difesa e la sua promozione, in ogni
circostanza, sono un inderogabile impegno di fede e di amore.