Oratorio Santi Fabiano e Sebastiano – Rencio dentro

Gli oratori e le edicole dedicate ai SS. Fabiano e Sebastiano sono abbastanza numerose in Ossola e generalmente antiche. Il loro sorgere è sempre legato a qualche voto in occasione di pestilenze di uomini ed animali.
La prima edicola dedicata ai SS. Fabiano e Sebastiano a Rencio superiore ebbe probabilmente la stessa origine e forse risale ad un voto dei Crodesi di venire fino ai confuti del loro comune verso Crevola per scongiurare la penetrazione della peste nella valle Antigorio, voto e processione che ritroviamo ancora in osservanza nel secolo XVIII. Non si sa la data e la precisa circostanza di questo voto che deve essere antico; si conosce invece la data della costruzione dell’oratorio attuale, dovuto ad un ingrandimento della primitiva cappella. Giovanni Tommasino di Rencio superiore con testamento del 19 agosto 1518 (rogato dal notaio Bertone Pancera di Crodo) lasciò un legato di una pezza di terra a campo e vigneto affinchè fosse eretto un oratorio dove si celebrasse una S. Messa alla settimana (1). Questo oratorio, con l’apporto di altre donazioni, fu effettivamente costruito nel 1533. Fu decorato internamente ed esteriormente dal pittore Francesco Luciano di Gattinara il quale pare fosse in aiuto al pittore Antonio Zanetti detto il Bugnate che però troviamo a Baceno solo nel 1542. Dell’opera di questo pittore restano nelle lunette della volta del presbiterio tre affreschi. Sul lato destro S. Barbara e S. Sebastiano. al centro la morte di Cristo in Croce con il gruppo delle pie Donne, S. Giovanni Battista e S. Antonio abate; sul lato sinistro S. Michele arcangelo. Il medesimo pittore affrescò sul muro esterno verso la strada una Madonna col Bambino allattante e S. Antonio abate. Sono pitture di modesto livello, ma non prive di suggestione per la pietà dei fedeli. Con ogni probabilità altre pitture si stendevano sulle pareti di questo oratorio, ma le intemperie e specialmente l’umidità del suolo le ha completamente cancellate.
Varie provvidenze furono disposte dai vescovi nelle visite pastorali per questo oratorio. Il cardinal Taverna (3 settembre 1616) ordinò che si rimuovesse la campanella che era sopra la porta e si facesse il campanile su un lato. Nel 1658 e nel 1960 si rinnova l’ordine di fare una finestra per illuminare l’altare e nel 1702 quella di farne altre due nei muri laterali.
Nel 1714 si preferisce ingrandire l’oratorio portando avanti la facciata ed alzandolo convenientemente. Il lavoro è finito solo nel 1732. Fu posto anche un nuovo quadro sopra l’altare; rappresenta i Santi titolari ed è opera del pittore Giuseppe Mattia Borgnis di Craveg
gia. Nel 1757 si volle coprire il corpo dell’oratorio con una cupoletta, e rifare il campanile.
Purtroppo una lunga lite oppose i parroci di Crodo ai discendenti di quel Giovanni Tommasino che fece il primo legato per questo oratorio e che pretendevano di avere il giuspatronato sulla cappellania e sull’oratorio. La sentenza del pretore di Antigorio confermata il 12 febbraio 1798 dal Real Consiglio di Novara diede ragione ai parroci, ma ridusse la finanze dell’oratorio a ben poco (2). Tuttavia fu nuovamente restaurato nel 1913 ed intonacato all’esterno. Il sollevamento del. terreno circostante causa però al presente molte infiltrazioni d’acqua che guastano i muri e le suppellettili. Tetto e serramenti hanno estremo bisogno di restauri (3).
NOTE:
1) Documento ricordato negli Ordini di visita pastorale del 23 giugno 1627 in Arch. parrocchiale di Crodo.
2) Documenti in Arch. parrocchiale di Crodo
3) Cfr. G. Strola, Note storiche parrochiali, in « Voce Amica » 19261928.

TRATTO DA: Fede ed Arte a Crodo (T. Bertamini) estratto da Oscellana 1976-1977