Oratorio San Giuseppe – Braccio

La strada che univa Crodo alle frazioni di Maglioggio, Cantoni, Cruppo e Dugno passava per Braccio e superava il Toce qualche centinaio di metri al di sotto per mezzo di un ponte, a cui faceva guardia una cappella dedicata alla Madonna, detta appunto del Ponte. Anche questa cappella era stata posta per invocare l’aiuto della Madonna lungo quella strada che ancora adesso si deve percorrere per salire nelle lontane alpi di Cravariola. Era sulla sponda sinistra del Toce ed in prossimità dello sbocco del torrente Antoliva.
Il 16 agosto 1687 gli uomini della frazione Braccio incaricavano Giovanni Battista Gambini e Giovanni Antonio de Giovanna di rappresentarli presso il vicario capitolare di Novara per ottenere la necessaria licenza canonica di edificare un oratorio sotto il titolo di S. Giuseppe ed anche di poter applicare in tale costruzione le cospicue elemosine raccolte nella cappelletta della Madonna del Ponte che era in grave pericolo di essere travolta e distrutta dalle piene del torrente Antoliva (1). Si voleva però un oratorio in luogo più sicuro e facilmente raggiungibile. A questo scopo gli uomini di Braccio si impegnavano a costituire una dote sufficiente per fornire questo oratorio delle necessarie suppellettili per il culto e per sostenere il peso della celebrazione della S. Messa. Il permesso fu accordato, ed il 16 ottobre 1687 il parroco don Giuseppe Grazioli benedisse la prima pietra (2).
L’opera di costruzione fu completata nella primavera del 1692. Il vicario generale della diocesi il 3 maggio di quell’anno diede l’auto
statue in stucco di S. Stefano e S. Lorenzo martire novarese. L’altare è in.muratura e legno e, sopra di esso, vi è un quadro rappresentante la morte di S. Giuseppe di modesto pennello.
Fu restaurato a proprie spese dal prevosto Giuseppe Guglielmi attorno al 1870.
Vi si celebra nel giorno della festa del titolare, il 19 marzo, ed in poche altre occasioni che diventano sempre più rare.
NOTE:
1) Documenti in Archivio parrocchiale di Crodo.
2) Ibidem.
3) Ibidem. Cfr. anche G. Strola, Note storiche parrocchiali, in « Voce amica » 19261928, dove si parla diffusamente di questa celebrazione.

TRATTO DA: Fede ed Arte a Crodo (T. Bertamini) estratto da Oscellana 1976-1977