Chiesa Baceno – Battistero

La decima ed ultima crociera, ovvero la prima entrando in chiesa a sinistra, come in tutte le chiese, è riservata al battistero. Il fonte battesimale posto nell’angolo, abbassato di due gradini rispetto al piano della chiesa a rappresentare l’immersione, è racchiuso da una cancellata in ferro battuto. E’ formato da una coppa in marmo bianco lavorata su di un fusto esagonale, sormontata da una cupola poligonale, apribile su due lati, in legno di noce. Sul lato destro del fusto della coppa lo stemma dei Della Silva (leone rampante con chiave) altro segno dell’impegno di Andreina Baceno per questa chiesa.

La volta è ombreggiata con disegni gotici, uguali a quelli della volta di S. Pietro: simboli degli Evangelisti e dei Dottori della Chiesa. Sull’intradosso della volta verso la navata centrale, sono affrescate le figure di S. Apollonia, a sud, e S. Caterina di Alessandria, a nord.

Nella parete di levante si apre una finestra bifora, in stile gotico, con due riquadri di vetri istoriati nei quali sono rappresentate S. Lucia e S. Apollonia, entrambi datati 1547.

Alla destra della finestra un grande affresco con la deposizione di Gesù dalla croce. A sinistra un altro affresco, piuttosto rovinato, con Gesù deposto nel sepolcro.

Sopra la porta d’ingresso laterale, una tela a mezzaluna; lungo l’arco quindici medaglioni rappresentanti i Misteri del Rosario, mentre nella parte sottostante è rappresentata una scena con una folta schiera di personaggi.

Da tutta una serie di considerazioni si può ragionevolmente ritenere che i personaggi rappresentati siano S. Domenico al centro, papa Gregorio XIII (Boncompagni) fra Filippo II re di Spagna e Duca di Milano, e il fratellastro don Giovanni d’Austria nella cerimonia per l’istituzione della festa del Rosario (prima domenica di ottobre). Alle spalle dei due gruppi S. Pietro da Verona e S. Caterina da Siena. La festa fu voluta da papa S. Pio V, e dedicata alla Madonna della Vittoria, quale ringraziamento per la vittoria riportata dalla flotta della Sacra Lega (formata principalmente da Venezia, Spagna, e Stati Pontifici) contro i Turchi, nelle acque di Lepanto il 7 ottobre 1571, perché come fu anche scritto negli annali veneziani “Non vires, non arme, non duces, sed Maria Rosarii feciti nos victores” (Non le forze, non le armi, non i Capitani, ma la Vergine del Rosario ci ha procurato tante vittorie). La festa fu poi istituzionalizzata nel 1572, subito dopo la sua assunzione al pontificato, da papa Gregorio XIII Boncompagni che nel 1582 riformò pure il calendario detto appunto Gregoriano. Sulla base del pulpito del dipinto, la scritta “Petrus Paolus Joannetus fecit 1587”

Nel pavimento, fra il battistero e l’altare di S. Carlo, una lastra di marmo bianco ricorda che qui fu sepolto il 20 dicembre 1744 il cappellano di Graglia, Pietro de Thoma, deceduto il 18 dicembre 1744. Questa è l’unica lastra tombale rimasta all’interno della chiesa, pur essendo molte le sepolture esistenti ma non chiaramente individuabili, perché nel 1822 il Card. Morozzo ordinò di togliere gli anelli a tutti i sigilli dei sepolcri.

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